Le Stelle

TUTTI GI UOMINI SONO NEL FANGO, MA ALCUNI DI ESSI CONTEMPLANO LE STELLE. 
Oscar Wilde

Come in un quadro...


Quando in arte si sono sfruttate tutte le combinazioni della fantasia, si torna alla natura.

Tolstoj


L'ultime vangate- Angiolo Tommasi

C'è chi scende e chi sale, i primi scalini

 Eccoci qua, i primi scalini scavati per andare alla sparna superiore. Ho iniziato da sola, convinta che per un pò potesse bastare lasciare gli scalin,i senza il bisogno di un supporto per tenere la terra come una pietra o della legna. Invece il giorno dopo erano già tutti mezzi distrutti. Marco mi aveva avvertita ma mi era sembrato esagerato. Beh, lui ha un bel pò di anni di esperienza negli orti, nelle vigne e nei giardini. Io poco meno di una settiamana...

Tra le assi di legno del pollaio abbiamo costruito i primi scalini tenuti su con dei picchetti di ferro, tutto rigorosamente riciclato. Poi l'erba ricrescerà e accanto ho proprio intenzione di piantare dei fiorellini adatti a questo luogo. 


Tre scalini per giungere alla terrazzina della Pergola
Invece guardate che belli questi scalini i blocchi di tufo che abbiamo trovato! Il tufo fa una patina su cui si formano facilmente nuffe e piccoli microcosmi verdi che da vicino son fantastici! Ho ripulito questi scalini che oltre essere molto più belli son grandi il doppio! Porteranno all'altra sparna con cui siamo confinanti ma non proprietari, per cui è inutile, ma come tutte le cose inutili è estremante irresistibile e la lasceremo, col la sua curvatura a sinistra. Ci pianterò tanti bei fiorellini come mammole e acetosella. E in cima ci metteremo un bel cancello in ferro con ai lati rosa canina. 
Non vedo l'ora! In fondo all' altra sparna si vede invece un bel mandorlo in fiore. Quest'anno la primavera ha preso la rincorsa, speriamo non freni.



Le Ostriche

-Noi, in campagna, facciamo di avere le mani adatte a lavorare: perciò ci tagliamo le unghie e, a volte, anche ci rimbocchiamo le maniche. Qui invece si fanno crescere le unghie più lunghe che possono e si attaccano ai polsini dei bottoni che paiono piatti per non poter fare nulla con le mani.
- Questo vuol dire che non si ha bisogno di fare lavori manuali. Si lavora col cervello...
- Forse. Ma tuttavia mi sembra strano, come mi sembra strano che mentre noi campagnoli facciamo di tutto per abbreviare i nostri pasti e poter tornare subito al lavoro, qui tu ed io facciamo di tutto per allungare il pranzo e mangiar molti piatti senza saziarci. Perciò mangiamo le ostriche...
- Già, naturalmente - replicò Stepan - ma questo è lo scopo della civiltà: far di ogni cosa un piacere.
- Se questo è lo scopo della civiltà, preferisco restare un selvaggio.
 Leone Lev Nikolaevic Tolstoj, Anna Karenina

Una favola tutta nuova su di una Sparna

Se intendete cercare la parola 'Sparna' su di un dizionario non lo troverete, perchè è un termine dialettale usato solo nella maremma del tufo, come qui a Pitigliano. Qui i vecchi pitiglianesi e forse qualche giovane sanno bene che cos'è una Sparna.
Le Sparne sono terrazze di terreni che si trovano sotto la rupe tufacea di Pitigliano ed hanno una particolarità, sono piene di grotte. Anzi, forse sono più le grotte che le sparne, pare che solo nel nostro vicinato ce ne siano più di 300, e abbandonate più del 90 per cento anche perchè molte franate a causa del disuso.
La strada di queste mattine per arrivare alla nostra sparna, si chiama Selciata o strada vecchia, sotto la rupe di Pitigliano.

Si tratta ovviamente di quasi tutte grotte o tombe etrusche. Alcune saranno addirittura state scavate in epoche ancora più antiche. Altre sono state scavate invece nella nostra epoca, un signore anziano proprio pochi giorni fa mi raccontava come negli anni 30 come si faceva a scavare o ampliare una grotta. Lui l'ultima volta lo fece con suo padre. Il tufo è comunque un materiale molto friabile, ma va saputo scavare e le tecniche sono un pò pericolose, ma molto interessanti.
Pezzettini, ritaglini di terra anche di pochi metri sono state tramandate da secoli in secoli da proprietari a usufruttori tant' è che per risalire al vero proprietarioci  siamo dovuti trasformare in veri investigatori. Divertente! Uno dei terreni apparteneva ad un certo Domenico nato nel 1800...
Poi c'è un'altra parola molto poetica per definire il soffitto di una grotta (detta anche gròtte al singolare), il Cielo. Bello no?

L' ex pollaio durante la ripulitura.
Scendendo dalla nostra Sparna entriamo nella via Cava detta Poggio Cani, molto suggestiva sebbene più piccola rispetto alle altre più imponenti come San Giuseppe a pochi metri e Il Cavone di Sovana (tomba Ildebranda).
L'idea di prendere in mano un luogo del genere, vicino ad una via etrusca sacra e unica al mondo mi fa sognare, è come curarsi di una bestiolina abbandonata e farla crescere bella e sana, volergli bene e vivere insieme per andare avanti.
Ho molte idee a riguardo, non solo nell'orto, nel giardino con i fiori che sarà alla vecchia manier, senza fertilizzanti e concimi chimici, ma anche con l'arte e l'artigianato. Un luogo magari dove ritrovarsi e progettare insieme incontri, mostre e ancora altro che mi piace tener segreto, anche per un pò di scaramanzia.
Il luogo è a sud, una culla nella valle, una parte assolata libera dai venti. Io e Marco ci siamo innamorato del luogo la prima volta che l'abbiamo visto. Per fortuna ancora veniva tenuto, gli orti, le galline, i piccioni e le papere che ancora sono nostri ospiti. Chissà se decideremo di tenerne qualcuno. Un ciuchino magari mi paicerebbe per poi salire su in paese, proprio come 50 anni fa.

Le nostre compagne di questi giorni di lavoro

Piccionaio o colombaio

Il piccione solitario.

Le nostre grotte sono 5 grandi e piccole e ben tre terrazze di terra, c'è da inventarsi un bel pò di cose, fare dei disegni e decidere. Non vedo l'ora!
Una specie di Giardino segreto, non posso fare a meno di pensare ad Alice, eheheh!
Questa settimana appena passata abbiamo iniziato i lavori, giuro che non avevo mai tenuto una zappa in mano eppure devo ammettere che mi sono sentita a mio agio, come se lo avessi fatto sempre, ho zappato per tre giorni di seguito per togliere la cacca dentro uno dei pollai liberati. Ogni sera credevo di aver mal di schiena e calli nelle mani. Sono arrivate tutte insieme tre giorni dopo e ho dovuto rallentare. Però ho fatto un sacco di lavoro e mi sento bene, bene con lo spirito, senza più nessuna paranoia nè ansia che alla sera mi arriva quotidianamente senza senso. Adesso alle 10 sono cotta e vado a dormire libera e felice.
Seguiteci ogni settimana per vedere l'evoluzioni e le metamorfosi di un posto magico chiamato Sparna!
Eppààà!!!!